mercoledì 2 febbraio 2011

La pecora, l'economia, la lana

Premettendo che non sono esperta di filati e che non sono esperta esperta di economia, oggi vi racconto una storia che è fatta di tante storie... storie di pecore inglesi e di pecore italiane, storie di paesi diversi che diversamente credono in se stessi e nel proprio potenziale come nazione. Storie di visioni del futuro.
Nasce tutto da lontano, da un progetto che veramente non riesco nemmeno a definire perchè gli aggettivi che mi vengono in mente non sono mai abbastanza: forse potrei semplicemente chiamarlo visionario... E' la storia di Roberta, chi di voi non la conosce? Roberta passa molto tempo in giro per le montagne della sua regione d'adozione, l'Abruzzo, con nella mente e nel cuore un sogno: trovare la lana giusta e le persone giuste per far partire un progetto importante, il progetto Lana d'Abruzzo. Da tempo volevo parlarvi di queste lane che ho avuto il piacere di toccare (e annusare!) di persona, ma per farlo oggi ho avuto la spinta da un servizio video della BBC nel quale si parla del rinnovato interesse britannico per le proprie lane autoctone, del mercato che risponde molto positivamente, della spinta che i consumatori devono imprimere se vogliono privilegiare i propri prodotti nazionali e far crescere la propria economia locale.

"Il futuro dipende dal fatto che i consumatori si prendano la responsabilità di ciò che acquistano e che diano importanza a dove è stato prodotto, e che sostengano ogni volta che è possibile prodotti fatti in Gran Bretagna, perchè è questo che incoraggerà i commercianti a rifornirsi di prodotti britannici e a ricercare aziende che producano prodotti britannici"
Parole semplici che potrebbero tradursi facilmente anche per noi, se solo le nostrane aziende capissero che la nostra cultura e le nostre antiche tradizioni vanno riscoperte e incoraggiate anzichè essere gettate al vento in favore di cosiddette "novità". Riscoprire la lana prodotta dalle nostre pecore sulle nostre montagne, farla filare da filatori locali, commercializzarla in modo nuovo e intelligente, facendo rivivere tutto il mondo che ruota intorno ad essa, un mondo antico ma anche incredibilmente moderno, ecco il lavoro straordinario che ha fatto Roberta. A me fa rabbia pensare che invece le grandi aziende italiane commercializzino pessime pallocche acriliche, facendo peggiorare il gusto e non trasmettendo nulla a chi si avvicina al mondo della lana per la prima volta. Mentre le aziende inglesi, le grandi aziende inglesi, un nome fra tutti la Rowan, hanno intere linee di prodotti fatti unicamente con lana di pecore britanniche.
Pare che qualcosa si muova anche da noi, ad esempio è interessantissimo ciò che sta facendo un consorzio di aziende piemontesi, biellesi per la precisione, di cui potete leggere molto (e tante storie interessanti e utili per capire meglio il mondo della lana e della sua lavorazione) sul neonato blog The Wool box. Una grafica ironica e coinvolgente fa della pecora e della lana una protagonista assoluta del discorso portato avanti da Biella The Wool Company, gli articoli interessanti pubblicati sino ad ora si fanno apprezzare per la voglia di diffondere in maniera semplice e accattivante, ma rigorosa, la cultura della lana.
E concludo mostrandovi il frutto del lavoro di Roberta, che davvero considero straordinario...

Le Lane d'Abruzzo: alcune biologiche, tutte non tinte e incredibilmente profumate...

15 commenti:

A knitting bear ha detto...

Ottimo post, davvero. Devo provare queste lane!

unideanellemani ha detto...

Se c'è una cosa fondamentale per la riuscita di un progetto è crederci, sempre, fino in fondo.
Da Roberta avverto questo. E i risultati si vedono. :)

terry ha detto...

Cioò che hai scritto è davvero molto interessante...il problema è che siamo in Italia...e qui c'è una minima percentuale che la pensa come noi, ma la stragrande maggioranza, soprattutto di imprenditori se ne sbatte letteralmente..in Italia chi è ricco lo vuole diventare ancora di più...vuole vendere allo stesso prezzo ma spendere di meno per la produzione e questo a discapito della qualità delle materie prime e del lavoro...vedi tutti quelli che aprono le fabbriche in "Polacchia"(Polonia)..non voglio far politica anche perchè non ne capisco molto...però anche lo stato di certo non aiuta, anzi agevola l'apertura di fabbriche all'estero, che certo è una cosa vantaggiosa per gli imprenditori...ora...perchè fra 10 anni quando gli italiani saranno ancora più disoccupati come li compreranno i loro prodotti???
Si potrebbe convincere qualche imprenditore a cercare di investire sulle produzioni locali, il problema è che ci devono sempre speculare a loro favore..e chi glielo spiega agli agricoltori o agli allevatori italiani che la loro lana , la loro uva, e tutti i loro prodotti che già vengono pagati come 20 anni fa, glieli pagheranno ancora meno???
Purtroppo siamo in Italia...purtroppo l'eccellente realtà di Roberta non diventerà mai normalità...speriamo solo di leggere ancora articoli di chi come lei ha il coraggio di rischiare sfidando il sistema...

Alessia Spalma ha detto...

Terry io credo fermamente che si possa guadagnare facendo un'economia nuova, un'economia verde, un'economia diversa, basata su altri presupposti. Gli esempi sono tanti, sono la storia di Roberta ma anche altre... Purtroppo molti non le conoscono, o le sottovalutano. Bisogna crederci, ma soprattutto bisogna impegnarsi...

terry ha detto...

Ale ma io sono d'accordissimo con te...ed è bello leggere sempre più spesso di questi articoli...Noi nel nostro piccolo cerchiamo anche con i gensti più banali di creare qualcosa di nuovo o forse di riprendere qualcosa di antico e pulito...però sono quelli "più grandi di noi" che secondo me non cambieranno mai...

AnnaBRossi ha detto...

Grazie!Il tuo post è "illuminante"!
a presto
Anna

Fiore.raro ha detto...

Grazie per avermi fatto scoprire questo magico mondo delle lane abruzzesi, io adoro la lana e in più sono una di quelle persone che prediligono fino a sembrare assurda e fuori dal tempo, tutto quello che viene prodotto artigianalmente magari in un luogo particolare della nostra Italia da persone che ci credono e lo fanno con amore.
Raffaella

carmen ha detto...

Ciao Alessia! Mi piacciono queste iniziative..per fortuna stanno sorgendo un po' dappertutto, anche se per lo più in campo alimentare. Da noi, per esempio, c'è una rivalutazione dell'allevamento delle capre e della produzione di formaggi locali, che era ormai scomparsa. Speriamo in un ritorno delle pecore e della lana anche nelle nostre valli, anche se le razze autoctone ne davano un tipo rustico e poco adatto alla filatura!
Buon pomeriggio!
Carmen

Roberta Filava ha detto...

grazie Alessia..grazie anche a te per partecipare al Progetto lana e per crederci.
baci
roberta

Nefertari ha detto...

Ottima l'iniziativa di Roberta e splendido conoscere queste lane d'Abruzzo. Anche in Germania tutto questo è all'ordine del giorno, purtroppo, come dice Terry, nel nostro paese è un aspetto molto poco sentito da chi "sta in alto". E' giusto che noi ci crediamo e che seguiamo questa filosofia, ma andrebbe sicuramente fatto su una più ampia scala e in tutti i settori possibili.
Mariagrazia

Kinà ha detto...

Alessia, sono pienamente daccordo con te, ci vuole un cambiamento, un rinnovamento dei valori legati all'artigiano, alla valorizzazione dei prodotti e mestieri locali..è veramente difficile far capire tutto questo alle persone che corrono, corrono, senza soffermarsi a ragionare sui mille vantaggi che un nuovo approccio potrebbe portare a tutti noi. Anche io ammiro molto il lavoro di Roberta, che considero una donna coraggiosa e fiera di appartenere a quelle terre. Grazie per questo articolo e per le riflessioni che hai stimolato. A presto Kinà

Cl@udia ha detto...

Ogni volta che leggo un tuo post, mi rallegro di aver incrociato il tuo blog e quello di tutte le altre persone che fanno delle loro passioni il loro futuro molto presente.
Roberta è in gamba e fa assolutamente bene a promuovere le meravigliose lane italiche.
Io stessa ho avuto modo di usare e apprezzare lane non trattate, di certa provenienza italiana ed ora vorrei riuscire ad usare solo quelle.
The wool box la coosco anch'io, l'ho persino pubblicata sulla mia pagina di Facebook.
Evviva chi si prodiga, come te e molte altre, affichè molte cose misconosciute possano non restare tali a lungo !
Un abbaccio, cara Creativa!

Mariolonza ha detto...

Bel post! Conosco virtualmente Roberta...devo però documentarmi maggiormente sul suo progetto!
Tempo fa avevo visto in televisione un servizio su un allevamento spettacolare di capre cashmere...da quella volta...è un po' il mio sogno nel cassetto! ;)

MARIA GRAZIA ha detto...

cARA ROBERTA TI AMMIRO E MI EMOZIONI PER QUESTA TU MERAVIGLIOSA IMPRESA
TI AUGURO UN MONDO DI SUCCESSO
mARIA gRAZIA

Alessia Spalma ha detto...

Maria Grazia questo non è il blog di roberta, ti do' l'indirizzo:
http://robertafilavafilava.blogspot.com/
La trovi lì per dirle tutto!!