Ieri ho partecipato al mio ultimo market dell'anno.
Mi sono svegliata e il termometro in Brianza segnava -4°, la galaverna aveva imbiancato ogni cosa e il paesaggio andando a Monza era magico. Ma, tolta la magia, faceva un freddo pazzesco! Lavorare (fare il nostro lavoro: montare il gazebo e il banco, esporre le fatiche dei nostri giorni e notti, rimanere fermi in piedi per tutto il giorno, impacchettare piccoli doni) con il gelo di questi giorni non è facile. Ieri mentre ero ferma dietro al mio banco con le dita congelate, mentre saltellavo per cercare di scaldarmi, pensavo a tutti i colleghi bravi e talentuosi che ho conosciuto in questi anni.
Li pensavo come me, dietro ai loro banchetti sparsi per l'Italia, con tutti i loro sogni sistemati in bella posa su un piccolo tavolo, nella speranza che qualcuno si fermi, che il tuo lavoro venga notato, sia scelto, ti ripaghi di tutte le fatiche, del freddo che senti, delle giornate che tutto va storto, del tempo e del lavoro che hai impiegato perché tutto fosse perfetto.
Pensavo a chi è deluso da queste giornate così faticose eppure non perde il sorriso. E mi sono ritrovata ancora una volta a ringraziare chi crede in me, chi ieri è venuto e trovarmi per i regali di Natale, chi è venuto ad abbracciarmi, farmi gli auguri e portarmi anche un dono.
Pensavo a questo ultimo anno, che mai avrei pensato potesse concludersi così, potendomi guardare allo specchio e sentirmi fiera di me stessa, di come mi sono rimessa in piedi quando pensavo di non farcela, di come ho cercato di sfidare le mie paure, e i miei limiti. Non sempre ci sono riuscita ma posso migliorare. Posso farlo e proverò a farlo, ogni giorno che avrò per provarci.
Grazie a ognuno di voi per esserci, vi auguro gioia, serenità, l'amore e la presenza di chi amate.
Quando ho visto per la prima volta questo filo di agata grigia, così trasparente e luminosa, ho subito immaginato una collana. E ho immaginato di accostare ai toni freddi del grigio il dorato dell'ottone similoro. Il risultato è qui, un'alternarsi di rondelle sfaccettate di agata ed elementi in metallo forgiati a mano.
Insieme all'ottone ho usato anche l'argento, in una delle due coppette ovali più piccole e nella chiusura a T, la cui forma, seppure vuota, è sempre un ovale. La parte meno facile della costruzione di questo pezzo è stato scegliere il sistema attraverso il quale le pietre si agganciano agli elementi in metallo. Le scelte erano due, e alla fine ho optato per quella che mi sembrava la più semplice (ma lo era solo in teoria!) anche se finché non ho montato la collana ero abbastanza dubbiosa sulla resa finale.
Per fortuna dopo alcuni tentativi sono riuscita ad ottenere proprio l'effetto che volevo, e di questa collana, così semplice in apparenza, sono proprio contenta. Unisce elementi che amo, in un bell'equilibrio di caldo/freddo e pieno/vuoto.
Per primi un paio di orecchini. Due coppette forgiate a mano, tirate su con pazienza, con all'interno una perla inserita su un perno in argento. Da lì l'idea di realizzare anche una collana, una di quelle rarissime volte in cui disegno l'abbozzo di ciò che immagino: il gioco delle bolle di dimensioni diverse che, unite una all'altra, formano il centrale della collana.
Pensavo di avere maggiori difficoltà a saldare tutte le coppette insieme nella posizione corretta, invece è stato relativamente semplice, a parte una saldatura che ho dovuto rifare. Altra incognita era saldare i perni all'interno della coppetta più grande, quando affronto cose come queste non sono mai troppo sicura di me, e infatti la posizione dei perni poteva essere migliore, però funziona tutto! Ultima saldatura, gli anellini a cui agganciare la catenina.
Alla fine sono proprio contenta di averla realizzata così, affrontando qualche difficoltà tecnica, che in questo lavoro è il solo modo per imparare e migliorare. Sfido me stessa, ogni tanto, cercando di superare un limite, spesso sbagliando e imparando dai miei errori.
Questa domenica mi trovate a Monza, in via Bergamo, con questa e altre novità. Dalle 10.30 alle 19.30 al Carrousel Streetmarket, vi aspetto!
Di questi grovigli di cui è fatta la vita, di questi grovigli che tentiamo di dipanare, che si sciolgono improvvisamente. Di cui non ti accorgi, intrecci che ti girano intorno.
Grovigli di fili impressi sulla superficie del metallo e, improvvisamente, si aprono nuove possibilità. Qui un semplice paio di orecchini, arricchiti dalla perla e dal gancio in argento, ma quanto si presta questa tecnica di texturizzazione a far vivere il metallo... la testa corre ad immaginare segni e percorsi nuovi.
Perché è già novembre (il tempo passa così velocemente!) ed è già il momento di pensare ai mercatini natalizi, ai vostri regali, alle cose nuove che vi proporrò nei prossimi appuntamenti.
Il primo già alla fine di questa settimana:
Mi troverete sabato 19 novembre a Milano, in via Conte Rosso con il RedBazar insieme a tantissimi artigiani e artisti bravissimi, nella bella festa de Il Sabato di Lambrate. Non perdetevela, saranno pochi gli appuntamenti in cui mi troverete in giro prima delle feste, approfittate per venire a vedere le novità e a scegliere i vostri regali in anticipo.
Un anello per riaverla indietro. Qualcosa che sembrava persa, che non trovavo più ovunque cercassi. La voglia di fare, di creare, di dire qualcosa. Vero, su queste forme sto lavorando da un po' di tempo. Vero, forse era già tornata e io non mi ero accorta della sua presenza. Ma lavorando a questo anello, dopo così tanto tempo, ho dimenticato quello che mi stava intorno, senza altri pensieri se non quello che le mie mani stavano facendo.
Chi fa questo lavoro lo sa, di cosa sto parlando. È quello stato di grazia, di totale immersione nei gesti, nel materiale che stai lavorando, nell'idea che hai in testa e che deve diventare materia da toccare. Una cosa che quando la perdi pensi di aver perso tutto, la ragione stessa di quello che sei, di quello per cui vivi. E non sai, non hai mai saputo da dove venisse. E come fare a ritrovarla. Poi, se non ti arrendi, un giorno senza capire come, ne ritrovi un brandello. Una piccola scheggia conficcata da qualche parte dentro di te.
Ho voglia ancora di esplorare questa strada nuova per me, e di non smettere di sperare che lavorare sia ancora quello stato di grazia in cui ti perdi. Questo anello, della serie Black hole, ha la luce della perla nascosta al suo interno. Il rame intorno è irregolare, la texture contrasta con la coppetta più grande, forgiata a mano e levigata. Lo guardo e dico che è stato un bel perdersi...
Anche se sono affascinata dagli oggetti trovati casualmente, specie se piccoli pezzi di natura che mi porto a casa dalle mie camminate, questa è forse la seconda volta che ne inserisco uno nei miei gioielli. Forse perché non è facile che qualcosa mi colpisca al punto da pensare di volerci costruire intorno un gioiello. E anche perché spesso si tratta di oggetti fragili, che ho paura di inserire in una costruzione che è fatta per durare nel tempo.
Ma poi capita che dopo un bagno nell'acqua più calda e blu che possiate immaginare, fra scogli e verde, mentre mi asciugo e mi rivesto, il mio occhio coglie qualcosa che mi colpisce. Mi chino e raccolgo questo piccolo agglomerato di sedimenti, dentro decine di piccole conchiglie di cui rimane l'architettura, la spirale ripetuta all'infinito. E immediatamente immagino cosa diventerà.
Un girocollo delicato ma importante, con due elementi in rame lavorati a foldforming che si intrecciano, due chiocciole. E al di sopra, ingabbiato nell'argento, fragile ma bellissimo, il mio frammento di mare.
Sul retro si nota il mio piccolo fiore stampigliato, e la costruzione a giorno che rispetta la natura fragile del pezzo. Il filo di rame e gli anellini d'argento completano il centrale che è finito poi da una catenina sottile e dalla chiusura fatta a mano.
Il ricordo di una bellissima giornata di mare e sentieri, in cui ho camminato e contemplato il mare, fotografato fiori, e paesaggi, vissuto come mi fa sentire bene e libera. Ora è un oggetto che racconta tutto questo.
Non sono mai stata particolarmente favorevole agli utensili a batteria, le mie esperienze non erano molto positive: scarsa potenza e breve durata della batteria due dei problemi principali. Ho sempre preferito, soprattutto perché lavoro principalmente al mio banco, utilizzare utensili alimentati via cavo. Poi qualche mese fa, per il mio nuovo workshop sull'uso del Dremel ho potuto provare il nuovo Dremel Micro e ve ne voglio parlare oggi.
Partendo abbastanza prevenuta, ho fatto l'unboxing del nuovo arrivato osservandone tutti i particolari, mentre lo mettevo per la prima volta in carica collegando la base attraverso un piccolo alimentatore. Mi ha subito colpita la maneggevolezza del corpo, molto leggero e adatto a mani piccole come le mie, poi la velocità di carica della batteria, che in meno di tre ore si ricarica completamente.
Ma poi la vera sorpresa è stata nell'uso. Volendone testare la potenza ho usato il Micro per forare il vetro, e per fresare: per entrambe le operazioni non ci sono stati problemi, il numero di giri impostato con la comoda scala che si trova in basso sull'impugnatura ha fatto perfettamente il suo lavoro, non perdendo potenza anche sotto sforzo.
La maneggevolezza, il modo comodo di impugnarlo e muoverlo, lo rende un valido sostituto dell'albero flessibile in tutti quei casi in cui può essere necessario avere con noi un multiutensile ma non possiamo portare molto peso, o non sappiamo se avremo a disposizione un collegamento alla rete elettrica. Come è successo a me negli ultimi workshop che ho organizzato: muovendomi coi mezzi ho necessità di ridurre al minimo il peso delle attrezzature, ma allo stesso tempo di potermi fidare dell'utensile che scelgo perché nei workshop è indispensabile per pulire, forare e fare molte delle rifiniture. Il Dremel Micro si è rivelato davvero comodissimo, molto utile secondo me anche a chi lavora all'aperto, ad esempio ai mercatini.
Uno dei suoi plus (che a prima vista può sembrare una caratteristica superflua a chi lavora tutti i giorni con utensili più spartani, lo ammetto: prima di vederlo in azione ero fra chi che pensava che non fosse così utile) è la luce a led che si accende quando si mette in funzione e che illumina l'accessorio e lo spazio dove state lavorando, rendendo più agevoli lavori di precisione come quelli che facciamo noi su piccoli pezzi.
In questo video potete vedere l'uso del Dremel Micro insieme al mio inseparabile mandrino autoserrante, nella foratura di rame e ottone. La fatica sull'ottone è dovuta semplicemente alla punta per forare ormai un po' vecchiotta.
Con Dremel in Fiera: Bergamo Creattiva 6/7 ottobre
Se vi interessano i tools Dremel e volete vederli in azione, e scoprire come poterli utilizzare sui vostri lavori in metallo, se volte farvi un'idea di quali siano i modelli più utili per il vostro lavoro e gli accessori indispensabili, avete un'occasione perfetta: il 6 e 7 ottobre mi trovate a Creattiva Bergamo presso lo stand Dremel, per tutto il giorno. Sarò lì a farvi dei mini workshop sull'uso del Dremel, a rispondere alle vostre domande, a darvi consigli. Venite a trovarmi!!
Sullo stand troverete persone molto competenti e appassionate ad aiutarvi nella scelta, e la nuovissima stampante 3D.
In origine era una bacheca di sughero presa da Ikea, con semplice cornice in legno chiaro. Da un bel po' di tempo l'avevo messa via e quasi dimenticata. Poi qualche mese fa, avendo deciso di riordinare lo spazio in cui lavoro cercando di renderlo più piacevole e fonte di ispirazione, l'ho tirata fuori. E mi sono ricordata che prima di tutto, all'alba dei tempi, io ero una crafter incallita, che amava modificare e personalizzare gli oggetti, riciclare e dare vita nuova alle cose, decorare.
Quindi mi sono armata di:
- vernice bianca
- vernice lavagna spray
- nastro di carta
- vecchio giornale
- mini mollettine di legno
- filo metallico zincato
Con questi pochi ingredienti ho trasformato la mia lavagna un po' (molto) triste in una bellissima moodboard, dove tengo appesi i biglietti da visita più belli che trovo ai market e quelli dei brand che amo, i biglietti di mostre, visite, eventi, la weekly list con il programma della settimana, frasi ispiratrici, appunti.
Ho sporcato la cornice con poca vernice bianca, lasciando che si vedesse il legno sotto, poi col nastro di carta ho segnato il punto a partire dal quale volevo l'effetto lavagna, coperto tutto il resto con la carta di giornale e spruzzato senza pietà!
L'effetto finale è davvero carino, e la mia moodboard è tornata a nuova vita. Perché dobbiamo sforzarci con tutti noi stessi di far assomigliare le nostre vite ai nostri sogni, iniziando anche da piccolissime cose come questa :)
Oggi piove, primo giorno d'autunno. Il mio pensiero è intensamente rivolto al fine settimana perché anche questa domenica mi vedrà on the road e non deve, non può piovere!
Quando: domenica 25 settembre, dalle 10 alle 19.30 Dove: a Monza, via Bergamo
Iniziato da mesi, un paio di settimane fa ho finito il mio Nurmilintu. Non che servissero mesi, anzi. È un bel modello veloce da realizzare e di gran soddisfazione per chi ama il lace con molta moderazione (solo a piccole dosi) come me!
Il Nurmilintu, di Heidi Alander, è uno scialle triangolare asimmetrico, che alterna fasce a legaccio con fasce a motivo traforato. Nell'originale il motivo traforato è sempre lavorato a legaccio (tutte le maglie a dritto) mentre io ho lavorato in modo che risultasse a maglia rasata.
Ho utilizzato un filato misto merino e seta di Rowan (circa tre gomitoli e mezzo), che ha una bellissima resa, drappeggio molto morbido e punti ben aperti dopo il bloccaggio. Ovviamente viola, un bellissimo color melanzana.
Si ricomincia a fare sul serio. A impacchettare tutto la sera per essere pronti la mattina dopo a montare banchetto e gazebo per mostrare al mondo cosa si è fatto nelle lunghe giornate passate curvi sul tavolo, a limare, tagliare e dare forma a un'infinità di pezzettini di metallo.
Ogni mercatino, ogni evento a cui partecipo, porta con sé sempre lo stesso sapore: ansia, aspettative, gioia, impazienza e timore allo stesso tempo. Ogni volta quasi come fosse la prima.
Si riprende, in questo inizio di autunno, da qui:
Come sempre mi trovate per il Sabato di Lambrate in via Conte Rosso, più di 30 creativi e artigiani da tutta Italia, per tutta la giornata di sabato 17 settembre.
Per tutti è un appuntamento davvero da non perdere, per la bella atmosfera che si crea in questa bella stradina di Milano, fra creativi, buon cibo, buona musica, le belle persone di Lambrate che non mancano di fare un giro e animare il quartiere. Io ci sarò anche questa volta, questo market mi ha rubato il cuore! Vi aspetto come sempre a braccia aperte!
Quando: sabato 17 settembre, dalle 10 alle 20 Dove: a Milano, zona Lambrate/Ventura, via Conte Rosso
Sta là, catturata nel metallo, un'immagine che mi porto dentro e a cui non sfuggo. Ho giocato con questa pietra per mesi e mesi, senza sapere che fosse la perfetta metà di ciò che rimane. Poi alla fine tutto si illumina, si fa chiaro, e le mani costruiscono col metallo quello che ormai vedo così bene: l'altra metà, carne aperta, ferita, cambiata e, comunque, inspiegabilmente viva.
Il centrale di questa collana è per metà pietra, un diaspro molto grande a forma di mezzaluna, ingabbiato da una semplice e leggera struttura d'argento. L'altra metà è metallo, rame, modellato e scolpito con un foro irregolare, un cratere che si solleva dalla base piatta che riprende la forma della pietra.
Sul retro il piccolo fiore che incido con un vecchio punzone, impresso sull'argento della gabbia che crea l'incastonatura del diaspro e si collega alla parte in rame del centrale.
Un pezzo che potrete vedere da vicino nelle prossime occasioni in cui sarò in giro (perché tra pochissimo si riprende!).
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Una delle cose che amo di più fare a foldforming è il cosiddetto cesello sull'aria (chasing on air). È un lavoro totalmente libero, se si vuole, in cui si scolpisce il metallo senza molte regole, lasciandosi andare al lavoro ritmico del martello.
In questo video c'è un minuto circa della lavorazione di un paio di orecchini, quello che vedete è l'abbozzo iniziale delle depressioni nel metallo, che verranno successivamente approfondite, i cui margini verranno "tirati su" dall'interno e poi lavorati sui bordi per renderli piani.
Gli orecchini finiti sono questi, in rame e argento con perla coltivata a decorare:
Torno da un paio di settimane in Sicilia, da qualche anno non tornavo giù in estate.
Sono stati giorni in cui la vacanza me la sono dovuta cercare e sudare, ma una pausa serviva dopo il tanto lavoro di questa primavera ed inizio estate e quello che mi aspetta per l'autunno.
Sono stata al mare soprattutto, cercando di portare con me a casa la luce intensa del sud, i colori e i profumi che avvolgono, la sensazione di calma e pace del galleggiare nell'acqua trasparente e calda.
Ho ripreso il lavoro da un paio di giorni, taglio pezzi come se non ci fosse un domani per ricostituire la base dell'esposizione per i prossimi market. Da settembre si riprende con eventi, workshop e non vedo l'ora, ma adesso bisogna produrre!! E programmare, scrivere...
Si stanno avvicinando le mie "vacanze" e ho cominciato a pensare colpevolmente ai lavori a maglia che ho lasciato in sospeso ormai da mesi... Forse avendo un po' di tempo libero in più sarebbe il caso di riprenderli in mano e finirli. Uno è il Nurmilintu, l'altro è da disfare e iniziare qualcosa di nuovo. Cercando qualche ispirazione mi sono accorta di tanti modelli nuovi, gratuiti e in italiano, che non erano ancora entrati a far parte della mega collezione di schemi in italiano che trovate qui, nella pagina dedicata. Se cercate qualche modello interessante e nuovo date un'occhiata alla raccolta!
Per chi ama gli scialli (io!! e anche voi lo so!) vi presento alcune delle novità che ho appena inserito:
Questo è Debut, pattern di Katiuscia Bayslak, su Ravelry anche nella versione in italiano. Uno scialle triangolare lavorato da punta a punta in cui si alternano sezioni a maglia legaccio, anche a righe, e sezioni traforate. Lo schema del traforo è scritto, non c'è la grafica (bene per me che odio le chart :) ).
Foglia di bardana è una stola/scialle semplice e raffinata come nello stile della sua creatrice (che adoro), Valentina Cosciani. La sua essenzialità ne fa un capo perfettamente unisex, la parte centrale ha un motivo di foglie. Lo trovate sul sito di Katia, con le spiegazioni e diversi video che vi aiutano nelle tecniche utilizzate.
Per finire (ma nell'elenco ne trovate molti di più!) uno scialle molto invernale ma delizioso, Gwindra di Sonja Bargielowska (nessuna indicazione sulla traduzione nella pagina e nel pdf). Lo scialle è lavorato con una variazione del legaccio che arricchisce la texture della parte centrale e un bordo con pizzo e treccia. Se darete un'occhiata alla pagina dell'autrice troverete tanti modelli molto belli e gratuiti.
Se mi conoscete anche solo da un po' di tempo sapete che adoro le textures, le superfici segnate, il modo in cui la luce gioca coi rilievi e fa emergere chiaroscuri. Le textures sul metallo si possono ottenere nei modi più vari, e con molti strumenti - professionali e casalinghi - e tecniche.
Una delle meraviglie tirate fuori dal laminatoio è la possibilità di imprimere sulla superficie del metallo segni bellissimi usando materiali comunemente a disposizione in casa. E ogni tanto provo ad ottenere qualche effetto, raccattando in giro qualunque cosa mi possa aiutare. Scatole dei cereali? del riso? carta spessa e ondulata? I risultati sono davvero interessanti.
Prendete questi orecchini, la cui base di ottone similoro è segnata da una fitta puntinatura: con cosa pensate sia stata ottenuta? Ho passato al laminatoio la lastrina di metallo (prima ricotta) con il cartoncino spesso e rugoso di una scatola di riso. I passaggi sono stati diversi fino ad ottenere l'effetto che mi piaceva.
Questa base l'ho poi trasformata in un orecchino a lobo, saldando sul retro un perno in argento e finendolo con dei sassetti di quarzo fumè e una perla rosata. Dopo la saldatura ho semplicemente ripulito con una spazzolina morbida e il Dremel in modo che rimanesse un po' di patina a sottolineare la rugosità della texture sul metallo.
In questa collana tornano tutti insieme alcuni elementi che amo. Per prima la mia pietra preferita, la labradorite. Qui ho scelto di usare delle rondelle lisce dal colore chiaro e riflessi blu molto belli. Poi la perla, ne ho usata solo una, di forma irregolare, montata vicino al centrale della collana.
E l'elemento quadrato in rame fatto a mano, che avete già visto qualche tempo fa in orecchini e un bracciale, qui utilizzato come elemento focale rispettandone la vocazione a contenere: il filo di labradoriti passa al suo interno seguendone il disegno stondato.
Infine la chiusura sul davanti, che da un po' non usavo e che mi piace sempre molto. Ho ripreso la forma del centrale realizzando un piccolo quadratino col filo di rame per una chiusura a T con barretta larga e segnata da una texture irregolare fatta semplicemente a martello.
Era tanto tempo che mi frullava in testa questa idea. Una promozione con cui ringraziare chi mi segue e mi sostiene sempre, e volevo che fosse anche un momento speciale per me, e anche di crescita per il mio lavoro. Cosa c'era di meglio allora che festeggiare la settimana del mio compleanno con una promozione speciale (e per me inedita) per tutti voi?
Per il mio modo di intendere il lavoro artigianale non faccio quasi mai sconti, tranne in casi particolari. Per cui è davvero un'occasione speciale questa, un'occasione per avvicinarvi al mio lavoro per la prima volta, per farmi conoscere da persone nuove, e per me anche di uscire da una specie di comfort zone in cui comodamente mi ero rifugiata. Da giorni lavoro senza sosta, prima per preparare tutto (foto, grafica, mail, gioielli!) poi, da quando è stata lanciata la promo su Facebook, anche per seguire tutte le richieste e rispondere a tutti in modo tempestivo.
Come potete leggere sulla grafica, su tutti gli ordini fino al 9 luglio c'è la spedizione gratuita, valida anche su richieste e oggetti personalizzati. Poi su Facebook trovate un album con alcune cose immediatamente disponibili: se sceglierete un secondo (e terzo e così via) gioiello fra quelli dell'album avrete uno sconto del 10%.
Infine la possibilità di iscrivervi alla mia newsletter, che da settembre in poi non sarà solo il modo per invitarvi agli eventi a cui parteciperò, ma potrà contenere promozioni flash come questa e offerte personalizzate per chi ne fa parte, anche su singoli oggetti e novità. Promozioni esclusive, dedicate a chi mi seguirà in questa nuova avventura :) Chi si iscrive adesso ottiene un ulteriore vantaggio sul proprio ordine!
Dove lavoro, dove nascono le cose che vi mostro, le cose che forse state indossando in questo momento?
Una mattina di febbraio avevo riordinato il mio studio/laboratorio/angolodicasa perché, dopo tanto tempo, aspettavo un'allieva per una lezione. Mentre mi stavo preparando ad accoglierla ho visto questa luce bellissima inondare la stanza e d'istinto ho preso la macchina fotografica e ho iniziato a scattare. Non so se sia merito della mia nuova macchina fotografica (ma forse no, non la so usare per niente!), o della luce, o dell'ordine che in quel momento regnava in ogni angolo (o quasi...) ma, quando poi ho visto le foto, questo spazio che non amo molto mi è sembrato quasi bello. Anche se mancano tante delle cose che ci vorrei e di cui avrei bisogno, anche se non è comodissimo, anche se non somiglia troppo a quello che ho in testa e che vorrei realizzare.
E' comunque qui che sogno i miei sogni, che i miei oggetti prendono vita, che sbatto la testa quando non riesco a venirne a capo, che vivo 15/16 ore della mia giornata.
Quei quattro martelli sono (quasi) tutto ciò che mi serve per dar forma al metallo, sul tavolo al centro della stanza, dove faccio le saldature, e tutto il lavoro di forgiatura, e le lezioni.
Il laminatoio, frutto di una mezza pazzia, il piccolo mostriciattolo avvitato al tavolo. Accanto al Mac, là in fondo, appese al muro, opere di carta che mi fanno pensare alla fragilità della bellezza, e alle mani straordinarie di altre creative e amiche. Quello è l'angolo in cui scrivo, rispondo alle mail, studio, mi perdo dietro ai miei pensieri. Dove anche il calendario ha qualcosa da ricordarmi, oltre alla data.
In quest'ultima foto il mio piccolissimo angolo wunderkammer, che un giorno vorrei fosse molto più grande, ora ospitato in un mini vasetto di vetro, con la marmottina a fare la guardia. Lì tengo i tesori delle mie camminate: una piccola pigna, i semi del platano, le piume della ghiandaia e del cigno, il nido del calabrone, un seme di faggio, spighe di lavanda, capsule di papavero...
Riguardando queste foto ho pensato che qualunque cambiamento voglio, o mi serva, è da qui che inizia.
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