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martedì 23 ottobre 2018

Cambiamenti

Quante volte su queste pagine ho parlato di cambiamenti? In tutti questi anni ce ne sono stati di ogni genere: interiori, di stile, forzati, improvvisi, meditati, inconsapevoli, difficili.
Questo è l'ultimo, in ordine di tempo.

Nuovo studio

Non so cosa porterà, dove porterà. È passata una settimana da questa foto, e non è più così vuoto ma non è ancora niente. È ancora solo uno spazio con dentro le mie cose, dove niente ha un ordine giusto, ogni cosa è da ritrovare, ogni gesto da riformulare, ogni automatismo da resettare. Per l'ennesima volta devo ritrovare, ricominciare. Speriamo di saper trasformare questa bella luce in qualcosa di bello.

How often have I lain beneath rain on a strange roof, thinking of home.
William C. Faulkner






mercoledì 11 gennaio 2017

Le mani lo sanno

I am not what I am, I am what I do with my hands
Louise Bourgeois

Quando, per qualunque motivo, per un po' di tempo rimango ferma senza lavorare, alla ripresa sono assalita da una specie di panico. Mi capita sempre e in questi giorni lo sto sperimentando per l'ennesima volta.
A parte la fatica che faccio a rimettermi a produrre, sento come se avessi il cervello completamente vuoto. Mi chiedo come facevo a fare quella determinata cosa e la risposta è il nulla! E quell'altra? niente, sembra che la memoria dei processi, dei passaggi, delle tecniche, mi sia stata cancellata.

Imbutire e modellare il rame
Ad un certo punto mi costringo a prendere gli attrezzi e a cominciare. E lì avviene il vero miracolo. Una specie di miracolo, almeno... Se per un attimo smetto di pensare le mani iniziano a fare. Prendono, tagliano, bucano, limano. Misurano centimetri e millimetri con una sapienza che non mi appartiene, e i pezzi prendono forma senza che io ancora consapevolmente sappia come.
Le mani ricordano. Sempre.

Orecchini Black hole in progress



martedì 7 ottobre 2014

Ottone, patina e argento: una collana

Quest'estate avevo postato su Facebook un paio di foto di un work in progress. Era la prima volta che realizzavo una catena formata da links saldati e, anche se gli elementi non erano molti, è stato un lavoro lungo che mi ha richiesto tanta attenzione. Però il risultato finale che avevo in mente valeva sicuramente la pena di lavorarci tanto. E' stata una delle rare volte in cui ho realizzato qualcosa che avevo prima pensato e abbozzato sulla carta.

Elementi di catena saldati in argento 925

Doveva essere una collana particolare e volevo che ogni dettaglio fosse coerente con tutto l'insieme: la catena, la chiusura, ogni singolo elemento. Il centrale della collana è costituito da due elementi in ottone similoro uniti fra loro da un rivetto in argento, ma sicuramente il vero protagonista è il colore, questo bel verde su cui poggia l'ovale leggermente imbutito della lastrina più piccola.

Collana in ottone similoro, patina verde e argento 925

Tutta la collana gioca con questa forma, l'ovale, che in questi ultimi tempi ho usato spesso. Ovali irregolari che rompono la cadenza degli elementi della catena, ovale anche la chiusura a T. Come ho scritto spesso, niente dà più soddisfazione di poter realizzare ogni singolo elemento che compone un pezzo esattamente come lo vogliamo.

Chiusura in ottone e argento fatta a mano

Ed ecco la collana nel suo insieme: l'argento regala la luce, la patina quel tocco di frivolo e di colore che rende vivo il tutto. E' stato un pezzo molto ammirato durante il mercatino di Oreno, e sono felice che alla fine questo lavoro lungo sia stato ripagato da tanti sguardi e domande.

Collana in argento 925, ottone similoro e patina verde

C_027
Ottone similoro, patina, argento 925



giovedì 30 gennaio 2014

Ancora sul decapaggio (pickling)

Ieri mattina aprendo la posta ho trovato un commento su un post di molto tempo fa che parlava dell'ossidazione dei metalli e del modo di ripulirli attraverso il decapaggio (pickling). E mi sono resa conto che in effetti è uno degli argomenti più discussi anche durante i workshop: come si ripulisce il metallo dagli ossidi? Dopo aver ricotto il metallo (sia esso filo o lamina) cosa si fa? Erano le domande a cui quel post cercava di rispondere:

Il decapaggio (pickling) è il processo chimico di pulizia delle superfici metalliche dagli ossidi che si sono formati in seguito alla ricottura o semplicemente all'esposizione all'aria, oppure dai residui delle saldature. Il classico sistema di decapaggio prevede il bagno dei pezzi da pulire in una soluzione acida, solitamente si tratta di acido cloridrico o solforico. Da quando per fortuna si è diffusa la coscienza ambientalista e una maggiore responsabilità nell'uso di sostanze chimiche tossiche e inquinanti, molti hanno sostituto questi acidi con il più "verde" acido citrico. Oppure con una soluzione di aceto e sale, o ancora con limone e sale.
Però questo bagno acido lascia i metalli, sia il rame che l'argento o l'ottone, di un colore diverso da quello del metallo d'origine. La superficie diventa opaca e nel caso del rame assume una colorazione rosata, mentre l'argento diventa quasi bianco.

Rame lavorato a foldforming dopo il decapaggio

Nella foto vedete alcuni pezzi che sono stati appena ripuliti dagli ossidi prima di essere saldati. Il colore del rame ha quella caratteristica opacità. Per eliminarla basta solo un po' di pazienza: prima della patina finale o di montare il pezzo basterà ripulirlo con una spazzola morbida di ottone bagnata, oppure con un pezzo di lana d'acciaio extra fine (0000).
Un altro dubbio riguardava la capacità dell'acido usato (in questo caso l'aceto) di corrodere il metallo: nel caso del decapaggio questo va fatto in modo da rimuovere gli ossidi, il pezzo va lasciato a bagno soltanto per il tempo necessario alla pulizia, poi va rimosso, ben risciacquato e asciugato.

*Per metallo qui si intende soltanto il pezzo non montato, senza pietre o altri componenti che potrebbero essere danneggiati dalla soluzione acida. 



venerdì 29 novembre 2013

Preparativi

Lo so che faccio pochi mercatini. E' una cosa di cui mi rammarico sempre. Perchè amo farli, amo il contatto con la gente, amo lavorare dietro al banco, amo gli sguardi curiosi, amo rispondere alle domande e parlare del mio lavoro, amo l'atmosfera di scambio che spesso si crea con gli altri espositori. E amo condividere questa esperienza con chi la vive proprio come me.
C'è sempre ansia prima di un'esposizione: mi ricorderò tutto? avrò abbastanza pezzi? saranno i pezzi giusti? sarò all'altezza di quello che le persone che verranno a trovarmi si aspettano?
Sì, ecco. Uno dei punti è proprio questo. Ho sempre paura di deludere le persone che mi vogliono bene, ho sempre paura di non fare abbastanza, di non essere all'altezza delle situazioni. Cerco di trasformare questo mio senso di inadeguatezza in una spinta positiva a fare di più e a fare meglio. Non sempre ci riesco ma ci provo.

Foldforming, nuovi esperimenti

Lavorando a qualcosa di nuovo. Il foldforming che ancora non avevo mai esplorato, nuove forme che mi hanno permesso nuove costruzioni. Piccoli oggetti che mi piacciono moltissimo, perchè hanno in sè l'anima del metallo e il suo movimento.

Bottoni in rame. Work in progress

Preparando qualche bottone. Non tantissimi, perchè il lavoro che c'è dietro è lungo: taglia, fora, rifinisci, e quei piccoli pezzetti di rame che diventano praticamente incandescenti!

Nuove spille da scialle

Qualche spilla, alcune di quelle classiche, e alcune nuove fibule. Chissà cosa piacerà di più, ma forse sono il gioiello più divertente da realizzare perchè è totalmente libero, siamo io, il filo, le pinze e il martello.

Di sicuro dimenticherò qualcosa, di sicuro potevo fare di più, sono io e sono fatta così. Ma sono anche sicura che saranno due giorni bellissimi di incontri, di scambio, di lavoro e condivisione. Sarà perché so già che l'atmosfera sarà accogliente e vivace, sarà perché mi aspetto incontri a lungo attesi.
Sarà una festa. E, nonostante l'ansia, io non vedo l'ora!

L'Atelier Magique
Milano, 30 novembre - 1 dicembre, dalle 10 alle 19
Ex Distillerie Pietrasanta, via Pietrasanta 8.




venerdì 11 ottobre 2013

Bottoni in progress

Li ho fatti su richiesta e li ho anche realizzati per me. Bottoni in rame da cucire... ma allora perchè non usarli anche per completare un semplice progetto che vedrete presto? E quindi in questi giorni via di bottoni: taglia, rifinisci, buca...
I bottoni sono facili da realizzare, si possono fare in tante forme diverse da adattare agli altri materiali utilizzati o semplicemente per assecondare la nosta fantasia.

Bottoni in rame work in progress

Certo, tagliarli a mano quando sono così piccoli non è proprio velocissimo, e poi ci vuole un po' di lavoro per rifinirli, ma tutto sommato sono una cosa semplice da realizzare che può dare un tocco speciale.

Bottone in rame fatto a mano

E pensatelo grande, unico tocco decorativo per un bracciale semplicissimo in cuoio. Oppure a chiudere un lavoro di cucito, o a decorare una sciarpa o un paio di guanti...


lunedì 23 settembre 2013

Ricominciano i Workshop

Finalmente si ricomincia! Da quando ho mandato la mail con le informazioni sui nuovi workshop, le nuove date e i nuovi argomenti, mi avete sommersa di richieste e di risposte. Non so come ringraziarvi per questo, e per tutto l'affetto che mi dimostrate venendo da tutto il nord Italia (e non solo!) solo per lavorare insieme a me... a volte mi mancano le parole per dirvi quanto sono felice e mi senta fortunata per tutto questo. Ma questo non è un post solo per dire grazie, ma anche per condividere con chi è più lontano o non ha mai partecipato, che cos'è un workshop, cos'è una giornata insieme passata a lavorare, a scambiarsi idee, a condividere informazioni per crescere.

L'attesa
Si arriva di buon mattino per preparare tutto in attesa che arrivino le cinque persone che renderanno speciale questa giornata con il loro impegno, le loro risate e la loro voglia di imparare.

Workshop lavorazione del metallo
 Il tavolo pronto per il lavoro

La pausa
Tra un workshop e l'altro si sistema ancora il tavolo, si mangia qualcosa, ma c'è anche tempo per camminare al sole per le viuzze e le piazze di Lodi, un centro storico davvero bello, pieno di particolari interessanti.

 Il portale del duomo di Lodi

Facce che ti scrutano dall'acciottolato di Piazza Broletto

 I portici

Il lavoro
Occhi attenti, domande, mani che si muovono e il rumore dei martelli che non vuole fermarsi... il workshop è questo... ma è anche lavorare insieme, chiarire dubbi, scambiarsi indirizzi email e promesse di rivedersi. E' un gruppo di persone che si ritrova per una giornata o qualche ora, persone diverse ma accomunate dalla curiosità e dal divertimento. Il workshop è un momento di incontro e non solo un'occasione per imparare qualcosa di nuovo. Per me è un'occasione di mettermi alla prova e di condividere quello che so, ma anche di imparare moltissimo. Ogni volta è un'esperienza diversa.

Workshop in progress: ognuno lavora al proprio progetto dopo le texture.

 Il bel lavoro di Anna, che ha unito insieme tutti i vari pezzi realizzati durante la giornata.

E' un'esperienza che non si esaurisce nelle tre ore che passiamo insieme, un contatto che vorrei mantenere nel tempo, sia con me che tra voi che vi incontrate e vi incontrerete al tavolo da lavoro.
Grazie per renderlo possibile, e per chi non può esserci spero di avervi fatto sentire almeno in parte quanto mi dà questo lavoro, e quanto sono felice di farlo!

Avete voglia di partecipare? Iscrivetevi alla newsletter:
beadsandtricks.ws@gmail.com


mercoledì 6 marzo 2013

Il valore del (mio) lavoro

In queste settimane ci sono state molte discussioni in rete, rimbalzate dai blog ai social network, sul valore del "fatto a mano", sull'importanza del giusto prezzo, sulla creatività e, di contro, su ciò che viene spacciato per creatività. Molte persone si sono indignate perchè qualcuno ha osato indicare, nominare, in qualche modo catalogare. Io sono sempre d'accordo a dire in modo il più chiaro possibile la propria opinione, e nel criticare, anche severamente, ma correttamente ed educatamente.
In questo post però, più che di questi aspetti sui quali penso già conoscerete la mia opinione perchè ne scrivo da sempre, vorrei parlare dell'importanza di comunicare all'esterno il valore del lavoro che c'è dietro ad un pezzo artigianale.

Premetto alcuni concetti che ritengo fondamentali:
- Dire artigianale non è di per se' qualificante: possono esserci oggetti completamente fatti a mano brutti, poco funzionali, di cattiva qualità e di nessun valore.
- Dire fatto a mano non è di per se' qualificante per gli stessi identici motivi.
- Handmade non è da solo sinonimo di bello, né di qualità, né di pregevolezza.
- Creativo è un aggettivo, che deve stare accanto ad un sostantivo, perchè la vera fatica è imparare un lavoro, impadronirsi di una tecnica, esplorarla e farla propria e, all'interno di un sistema di regole e valori, trovare la propria strada, il proprio modo di esprimersi, con umiltà e consapevolezza dei propri limiti, ma sempre nel tentativo di superarli.

Incisione ad acido, acquaforte
Wip: lastrine immerse nell'acido per l'incisione.

Detto questo, per me rimane fondamentale comunicare al meglio delle mie possibilità quello che faccio. Come lo faccio. I materiali e le tecniche che utilizzo. In un mondo che ha in larga parte dimenticato come si usino le mani, che quasi disprezza i lavori "sporchi", che accomuna la parola artigianale al concetto di bassa qualità, probabilmente diventa quasi una missione portare alla luce la bellezza, il valore, l'importanza del lavorare a mano. Del partire dalla materia prima, e con una serie di passaggi più o meno complessi, arrivare ad un oggetto finito, funzionale e magari anche esteticamente piacevole.
Ecco perchè spesso pubblico foto dei lavori in progress, perchè è interessante vedere quanti passaggi possano volerci per arrivare ad un oggetto finito, e quanto sarà diverso dal lavoro appena abbozzato.

Work in progress rame e patina blu

Questi gusci ad esempio, vengono forgiati a partire da un tondino di lamina di rame, tirati su pazientemente attraverso varie ricotture e successivi passaggi di forgiatura, in tutto circa un'ora e mezza di lavoro per un paio, cui segue la rifinitura della forma e dei bordi, e ancora la patina che richiede alcune ore, e attenzione costante. E poi ancora la patina deve essere protetta e asciugarsi, e poi finalmente posso montarli.

Bronzo e argento, patina blu

Non rinuncerò mai alla possibilità di far capire cosa faccio, attraverso le parole, le foto, le descrizioni e soprattutto cercando di portare in giro il mio lavoro, che non vuol dire solo esporre i miei lavori finiti, ma fare vedere come li realizzo, lavorando sul posto ai mercatini, tenendo corsi e dimostrazioni, rispondendo alle domande e cercando di trasmettere la mia passione e la mia voglia di imparare a chi, per caso o per fortuna, incrocia la mia strada. Mostrare il processo di realizzazione di un oggetto non è giustificarne il prezzo, o anche la mera esistenza, perchè molte altre cose concorrono alla determinazione del prezzo, come la qualità del lavoro finito e il suo valore estetico. Per me invece è il modo per avvicinare chi non ha idea a un mondo affascinante e ricco di possibilità. Perciò non rimango chiusa nel mio angolino, dietro al mio schermo. Non partecipo agli eventi cool per gente cool, e non ho paura di capitare ad un mercatino accanto a chi assembla, o vende roba di plastica, o biscottini di fimo. Se la gente non ci vedrà al lavoro non saprà mai che esistiamo, e il cambiamento che auspichiamo non avverrà mai.


lunedì 5 novembre 2012

Un pomeriggio di novembre

Che strano per me scrivere un post nel pomeriggio... sono proprio una maestrina precisina come mi dice qualcuno! Scrivo sempre la mattina e ho abbastanza chiaro cosa scrivere. Oggi no. Da un po' di tempo la mia vita va così. E io forse mi attacco alle abitudini, alle poche certezze che ho, tenacemente. Poi, quando qualcuna di queste certezze vacilla, devo affrontare il fatto che forse non sono così precisa come credo, e forse non devo esserlo. A volte, in certe giornate, le parole non vengono fuori come vorresti e non sai proprio cosa tirare fuori dalla testa, perché dentro hai tanto, troppo altro.
Giri fra le foto, e cerchi qualcosa da dire, una storia da raccontare. E no... oggi la storia da raccontare sono le mie mani sporche, la mia testa vuota, i miei pensieri lontani, la fatica che faccio a lavorare, il tavolo pieno di oggetti appena patinati da ripulire, lucidare e poi montare. Molti ancora dovranno raccontarmi cosa vogliono diventare. Alcuni li riconoscerete...

work in progress rame patinato

Una foto presa al volo dal mio tavolo. Quello che non sentite è l'odore dell'aceto, del fegato di zolfo, quello che non vedete è la polvere nera sulle mie mani. Però vorrei farvi sentire me. Perché quando mi dite che sui pezzi che creo rimane qualcosa... ecco. Questo qualcosa forse sono io e io sono anche così. La voglia di spaccare qualcosa, la testa da un'altra parte, le parole che non vengono fuori.
Vi prometto di meglio ma oggi sono questo.